Da "BLUES & ROOTS" - Charles Mingus -
Note Originali (Atlantic 1305)
La mia musica muta quanto i miei sentimenti od il mondo che mi circonda, ed una composizione appartenente ad un certo genere, esprime solo una parte della mia sfera musicale. Nel commento scritto per un altro album, fornisco una spiegazione più dettagliata, che va dal perché i miei pezzi sono così diversi l’uno dall’altro, al perché non adotti una sonorità, un’inclinazione, uno stile, specifici ed intensi. Durante un concerto o in una serata, suono i brani seguendo un ordine che ritengo più opportuno per la situazione, e per quello che sto cercando di trasmettere in quel particolare momento. Ogni pezzo nasce dalla conclusione di quello che lo precede, e tale successione crea la struttura di ciò che sto cercando di fare in quell’istante. La grandezza del jazz risiede nel fatto che è un arte del momento. Ciò è ancor più vero nell’improvvisazione, ma anche, come nel caso della mia musica, nella successione dei brani eseguiti.
Questo disco è insolito perché presenta solo un aspetto del mio mondo musicale, il blues. Un anno fa, Nesuhi Ertegun, mi suggerì di registrare un intero album di musica blues sullo stile di Haitian Fight Song (nel LP Atlantic 1260), perché alcune persone, in particolare i critici, mi accusavano di non avere un ritmo abbastanza sostenuto. Egli voleva che rispondessi loro con un fuoco di sbarramento a base di soul music: religiosa, blues, swing e rusticana. Io ci pensai su. Ero nato agitando e battendo le mani in chiesa, ma quando crebbi volli fare qualcosa d’altro con le mie mani. Il blues può far molto di più che far agitare. Fu così che decisi di accettare.
Decisi di far imparare a memoria ai musicisti i brani, e poi a fraseggiarli al piano, pezzo per pezzo. Volevo che imparassero la musica, che la sentissero nelle orecchie invece di leggerla, in modo che l’avrebbero suonata con più spontaneità ed anima, come si fosse trattato di un assolo. Decisi anche per una formazione numerosa sullo stile delle big bands, per sentire tante linee sonore, quanti erano i musicisti. Chiamai chi sapevo aveva buon orecchio per ascoltare e suonare la mia musica.
Il primo pezzo, Wednesday Night Prayer Meeting, è un brano religioso. Lo sentii da ragazzino quando, con mia madre, andai ad un incontro. La comunità ringraziò il Signore, confessò i propri peccati, per poi cantare, urlare e recitare un piccolo Holy Rolling. Alcuni pastori allontanarono il Maligno e, rivolgendosi a lui, lo facevano nelle varie lingue o in lingue sconosciute (lingue che il Diavolo non può conoscere). Gli assoli sono di John Handy, Willie Dannis, Horace Parlan, Booker Ervin, e di Dannie Richmond.
The Cryin’ Blues, è un blues privo dei consueti passaggi, tonico, sottotonico, tonico, dominante. Booker Ervin, apre con il gruppo. Dopo l’assolo di basso, Horace Parlan, esegue il suo al piano, e Jackie McLean suona con gli altri sul ritornello terminato.
Qualche tempo prima di realizzare quest’album, comprai uno spartito di Jelly Roll Morton, che pensavo di riarrangiare. Poi lo dimenticai da qualche parte, e più tardi scrissi My Jelly Roll Soul, il risultato di una riflessione sullo stile e sul soul di Jelly Roll. Gli assoli sono di Jimmy Knepper, Horace Parlan, Jackie McLean, John Handy e di Dannie Richmond.
E’s Flat Ah’s Flat Too, ha linee piramidali, ma una struttura canonica. Gli assoli sono di Mal Waldron, Booker Ervin, Jackie McLean, John Handy e Danny Richmond.
Gli assoli di Tensions, sono: uno mio, uno di Jackie McLean, di Booker Ervin e di Horace Parlan.
In Moanin’, ogni musicista suona linee separate, semplici linee di blues. Gli assoli sono di Jackie McLean, Pepper Adams e di Booker Ervin.
Abbiamo suonato con i piedi per terra ed assieme, e ciò mi porta a pensare che questa musica possieda una tremenda carica vitale ed emotiva.
Charles Mingus
(Da un’intervista di Diane Dorr-Dorynek)